Il ministro dell'Istruzione ha parlato di "dissesto finanziario" per "qualche università", ricordando che "la riforma prevede la fusione piuttosto che la federazione di atenei diversi" per favorire "una riprogrammazione dell'offerta formativa": tradotto, significa la chiusura di alcuni degli 88 atenei italiani
di CORRADO ZUNINO
http://www.repubblica.it/scuola/2010/10/19/news/gelmini_atenei-8243479/?ref=HREC1-9
ROMA - Impantanata in una riforma universitaria che non decolla, il ministro Maria Stella Gelmini arriva al punto: chiuderemo alcune università. Ieri, nel corso del programma Mediaset Mattino cinque, la responsabile dell'Istruzione ha detto: "Qualche università, purtroppo, è in una situazione di dissesto finanziario. La riforma prevede la fusione piuttosto che la federazione di atenei diversi come strumento per favorire una riprogrammazione dell'offerta formativa". Tradotto significa la chiusura di alcuni degli 88 atenei italiani: l'ultima "mission" confessata della riforma ferma alla Camera. "Troveremo i soldi per i ricercatori nel decreto Milleproroghe - dice ancora il ministro - nella peggiore delle ipotesi ritarderemo l'approvazione di due mesi".
La Sapienza, la più grande università d'Europa, chiuderà l'anno con un bilancio in rosso di 8 milioni: "Ho ridotto tutto quello che potevo ridurre - ha detto a Repubblica Tv il rettore Luigi Frati - se il ministro ritiene, mi commissari". Il presidente della Conferenza dei rettori, Enrico Decleva, ora ricorda: "La quantità di finanziamenti prevista nel decreto legge è minima rispetto alle esigenze per il 2011". Il rettore del Politecnico di Milano, Giulio Ballio, dettaglia: "Siamo di fronte a una riduzione del 15% del finanziamento statale all'università. Se questa politica viene mantenuta ci saranno atenei che dovranno portare i libri in tribunale e altri che dovranno ridurre pesantemente le loro attività, i servizi primari, il riscaldamento e il condizionamento delle aule".
(19 ottobre 2010)
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