sexta-feira, 30 de julho de 2010

Comunicato agli Studenti

Cari Studenti,
il periodo di agitazione dei ricercatori universitari italiani continua e da settembre si vedranno da vicino le conseguenze che riguarderanno, tra l'altro:
a) la non disponibilità alla didattica da parte dei ricercatori che aderiscono alla protesta (nella nostra Facoltà siamo oltre il 70%);
b) la non disponibilità ad accettare di essere relatori delle tesi (richieste di tesi fatte dopo l'inizio dell'agitazione);
c) la non disponibilità a partecipare a commissioni didattiche;
d) il rifiuto di tutte quelle attività che non fanno parte dei compiti dei ricercatori e che finora i ricercatori facevano gratuitamente (come la didattica).

La lettera del Consiglio degli Studenti di Parma postata qui qualche giorno fa riassume pienamente la situazione di tutti gli atenei italiani ed è stata realizzata da studenti. Tuttavia, anche se la situazione è piuttosto grave molti nostri studenti e molti rappresentanti degli studenti continuano a far finta di niente e tirano avanti.

Al posto dei ricercatori in agitazione, la nostra facoltà ha bandito un bel po' di contratti gratuiti o semigratuiti per docenti a contratto che sostituiranno i ricercatori in agitazione.
Chi vuole rendersi conto di quali sono gli insegnamenti messi ad affidamento può controllare direttamente al seguente link: http://www.lingue.unisalento.it/c/document_library/get_file?uuid=e5036b1e-338d-41e9-af69-2f1430d8bed5&groupId=876772

Buone Vacanze


terça-feira, 27 de julho de 2010

Congresso Internacional - Braga - Portugal


Línguas Policêntricas
Variação Linguística e Dimensões Sociocognitivas

15-17 setembro de 2010

O Congresso realiza-se na Faculdade de Filosofia da Universidade Católica Portuguesa, em Braga.

O Congresso pretende explorar as dimensões socioculturais, conceptuais e estruturais da variação e da mudança em línguas pluricêntricas, com especial destaque para as relações entre variedades nacionais. Procura reunir o paradigma da Linguística Cognitiva, a tradição da Sociolinguística e outras abordagens baseadas no uso e cognitiva e socialmente orientadas da variação e da mudança linguísticas.


Conferencistas Convidados

Peter AUER (Universidade de Freiburg, Alemanha)

How pluricentric is German?

Enrique BERNÁRDEZ (Universidade Complutense de Madrid, Espanha)

Spanish: A centreless multicentred language?


Ataliba Teixeira de CASTILHO
(University of São Paulo, Brazil)

Some representations of motion in EP and BP standards


Dirk GEERAERTS
(Universidade Católica de Lovaina, Bélgica)

Sociolectometry and pluricentrism


Gitte KRISTIANSEN
(Universidade Complutense de Madrid, Espanha)

(theoretical/methodological issues)


Georges LÜDI
(Universidade de Basel, Suiça)

Can French be called a pluricentric language?


Edgar W. SCHNEIDER
(Universidade de Regensburg, Alemanha)

The pluricentricity of English: Centrifugal versus centripetal forces


Programa completo

Lettera del Consiglio degli Studenti dell'Ateneo di Parma

Qui di seguito riporto la lettera approvata dal Consiglio degli Studenti dell'Università di Parma, nella seduta del 17 giugno, sulla situazione dell'Università italiana.


Gentili studenti,

questa lettera ha l'obiettivo primario di informare voi e le vostre famiglie sulla reale condizione del nostro Ateneo e dell'Università pubblica italiana. Riteniamo infatti che i grandi cambiamenti che l'Università sta subendo o si appresta a subire debbano essere conosciuti in primo luogo dai veri fruitori dell'Università.
A seguito dei tagli e dei provvedimenti contenuti nella finanziaria (Legge n. 191 23 dicembre 2009), a cui si aggiungono quelli previsti dalla legge 133\2008 e nella successiva legge 1/2009 (ex decreto 180) l’Università e la ricerca pubblica si trovano in una situazione estremamente complicata, in cui è sempre più difficile garantire servizi e didattica di qualità agli studenti.

Alcuni dati possono definire oggettivamente la situazione:

* taglio del Fondo di Finanziamento Ordinario di 1,2 miliardi di euro (le risorse destinate principalmente a stipendi del personale e servizi ordinari degli atenei)

* limiti alle sostituzioni del personale docente e tecnico e amministrativo andato in pensione (turnover al 50%: ogni due pensionamenti è possibile un'unica assunzione);

* blocco del reclutamento dei ricercatori;

* riduzione dei fondi legati al diritto allo studio (borse di studio, alloggi, mense, ...)

* blocco dei rinnovi contrattuali di tecnici e amministrativi;

La diminuzione delle risorse renderà difficile già dal prossimo anno la copertura degli stipendi del personale; gli effetti sui servizi offerti agli studenti sono già visibili e tenderanno ad aumentare nei prossimi anni.

A questa situazione già difficile si aggiunge, dal 28 ottobre 2009, il disegno di Legge Gelmini, una proposta di “riforma a costo zero” che rischia di indebolire il carattere pubblico dell'Università e della Ricerca e rischia di destabilizzare fin dal prossimo anno accademico la didattica offerta dagli Atenei. Oltre ad un riordino complessivo degli organi di governo dell'ateneo (con la maggior parte dei poteri accentrati nelle mani di Rettore e Consiglio D'Amministrazione), il DDL Gelmini contiene due provvedimenti che incideranno sugli studenti:

1. Diritto allo Studio: viene istituito un fondo “per il merito” parallelo a quello attualmente utilizzato per garantire il diritto allo studio, non più basato sui criteri congiunti di reddito e merito, come prescritto nell'art. 34 della Costituzione.

Non vengono tuttavia previsti ulteriori finanziamenti per il nuovo fondo, che potrebbero arrivare da privati. Il “merito” degli studenti verrà inoltre valutato tramite prove nazionali standard.

2. Ricerca : viene abolita la figura del ricercatore a tempo indeterminato, sostituita da quella del ricercatore a tempo determinato (contratto di massimo 6 anni), reclutato attraverso concorsi locali, valutati da una Commissione giudicatrice nominata dal Rettore scegliendo tra i professori ordinari dei Dipartimenti, e non più attraverso il sorteggio a livello nazionale tra i professori dello stesso settore scientifico-disciplinare.

Attualmente circa il 40% dell’attività didattica è svolta dai ricercatori: nel nuovo quadro la Didattica e la Ricerca saranno affidate a personale qualificato (in possesso di laurea e dottorato) che dopo 6 anni, dopo aver appena maturato esperienza e produttività scientifica, potrà essere lasciato a casa.

I ricercatori del nostro ateneo, come quelli di molti atenei italiani, hanno da alcuni mesi preso una posizione decisa verso le misure contenute nel DDL che penalizzano fortemente la loro figura.

In questo non vengono, infatti, introdotte norme che riconoscano il ruolo docente degli attuali ricercatori svolto spesso gratuitamente; non viene in alcun modo considerato il lavoro da loro svolto finora né il loro apporto alla maggior parte dei corsi esistenti; non viene affrontato il tema dello stato giuridico dei ricercatori, atteso dal 1980; non ci sono prospettive di progressione di carriera per i ricercatori a tempo indeterminato che vengono soltanto messi in esaurimento.

Dal prossimo anno accademico, se non interverranno sostanziali modifiche al DDL Gelmini, la quasi totalità dei ricercatori italiani si limiteranno al solo adempimento degli obblighi previsti dal loro ruolo non confermando quindi la loro disponibilità a tenere corsi, fare esami, partecipare a sessioni di laurea, seguire tesisti.

La prima conseguenza sarà una diminuzione drastica delle forze a disposizione delle Facoltà e un peggioramento della qualità della didattica, non solo per i nuovi immatricolati ma anche per chi è già iscritto all’Università.

Inoltre già da gennaio 2011 la maggior parte delle Università italiane non sarà in grado di assicurare il proprio funzionamento ordinario né di rispondere alla domanda di istruzione universitaria proveniente dai neo-diplomati: a seguito di pensionamenti di docenti e amministrativi non ci saranno assunzioni a causa del blocco del turnover e della forte carenza di risorse.

Per concludere, è fondamentale che gli studenti della nostra Università siano pienamente consapevoli ed informati riguardo a ciò che succederà, o potrà succedere, al nostro ateneo e all’Università italiana a causa degli ultimi provvedimenti e ipotesi legislative, perché è su di essi che si rifletteranno gli effetti maggiori.

Portugal e Brasil querem criar canal de televisão lusófono

terça-feira, 27 de Julho de 2010 | 14:44

Os governos de Portugal e Brasil querem criar um canal de televisão em língua portuguesa para difusão internacional que poderá resultar da associação de todos os países da CPLP, anunciaram hoje os responsáveis em Lisboa.

«Este pode ser um momento de elevado significado no desenvolvimento da cooperação entre Portugal e Brasil e também no incremento da cooperação mais alargada com o conjunto de países da CPLP [Comunidade dos Países de Língua Portuguesa]», disse o ministro Jorge Lacão durante da assinatura do acordo de cooperação entre Portugal e Brasil na área da comunicação social.

Questionado à margem da cerimónia sobre o financiamento do projeto, o ministro que tutela a Comunicação Social admitiu que o modelo de negócio não está ainda definido mas sublinhou o «forte impulso político» dos dois executivos e das instituições de serviço público «para levar para a frente este projeto».

Diário Digital / Lusa

sábado, 10 de julho de 2010

Ricevimento Dott.ssa Verdaguer

La Dott.ssa Verdaguer farà ricevimento il 21.07.2010 dalle ore 10.00 alle ore 13.00 presso la BP1 (Buon Pastore). I successivi ricevimenti saranno fissati per il mese di settembre.

terça-feira, 6 de julho de 2010

LEGGE GELMINI - articolo da Repubblica

LEGGE GELMINI

"Se passa questa riforma
università ridotte come le Asl"

La rivolta dei ricercatori è solo uno dei punti critici. Alcuni tra i più autorevoli scienziati italiani puntano il dito anche sul sistema di governo prefigurato e avvertono: "Non si premia affatto il merito"

di CARLO CLERICETTI

ROMA - "Vuole sapere qual è il rischio più grosso? Che le nostre università diventino tante Asl, guidate da Consigli di amministrazione in cui vengono paracadutati politici e funzionari di partito". Paola Potestio è professore ordinario a Roma Tre e insieme ad altri colleghi ha scritto una lettera aperta 1 a Berlusconi e al ministro Gelmini per chiedere che su alcuni punti critici ci sia un ripensamento. Alcuni dei docenti che hanno firmato la lettera fanno parte del "Gruppo 2003", che riunisce i ricercatori italiani con il maggior numero di citazioni nelle riviste scientifiche internazionali. Tra le firme ci sono tra gli altri l'economista Michele Salvati e Giorgio Parisi, il padre della "teoria del caos", uno dei fisici più autorevoli nel mondo.

Delle Asl, per giunta, piene di precari, denuncia Rita Foresi, presidente del corso di laurea in Informatica per il management e Scienze di Internet dell'Università di Bologna. "Basti dire che dovranno andare in pensione cinque ordinari per poterne prendere uno in sostituzione e il 60% del budget costituito dai loro stipendi dovrà essere obbligatoriamente impiegato per assumere i ricercatori "a termine", quelli che potranno avere solo due contratti da 3 anni ciascuno".

Le cronache di questi giorni sono piene delle notizie sull'agitazione degli attuali ricercatori, la categoria più penalizzata dalla riforma in gestazione. Ma se si parla con i docenti di varie università e di diversi orientamenti politici si scopre che non c'è solo questo aspetto della riforma che viene considerato critico. Per chi non fosse esperto dell'attuale organizzazione accademica ricordiamo che attualmente esistono i professori ordinari, gli associati e i ricercatori, il cui ruolo è da sempre assai equivoco. Teoricamente, come dice il nome, dovrebbero essere lì per fare ricerca, ma di fatto sono ampiamente impiegati nella didattica, tanto che se l'astensione che hanno proclamato per protesta non rientrerà, l'attività di moltissime università ne resterà praticamente paralizzata.

Perché questa protesta? Il loro, già dai tempi del ministero Moratti, è stato dichiarato "ruolo ad esaurimento", anche se nel frattempo si è continuato ad inserirli. Ora la riforma Gelmini prevede che vengano reclutati con contratti di 3 anni, rinnovabili solo per altri 3. Dopo di che, o vincono un concorso da professore associato o se ne vanno a casa. Ma dovranno contendersi i posti da associato, che certo non basteranno per tutti, con gli attuali ricercatori. Così le commissioni si troveranno a dover scegliere se mandare a casa giovani studiosi che da sei anni lavorano nell'università o frustrare le legittime aspirazioni di chi magari nell'università lavora da una ventina d'anni (l'attuale età media dei quasi 21.000 ricercatori italiani è tra i 50 e i 55 anni).

"La transizione così com'è stata pensata creerà problemi enormi per parecchio tempo", osserva Claudio Crocesi, ordinario alla Sapienza di Roma e tra i più autorevoli algebristi italiani. "Ci vorrebbe un po' di memoria storica per ricordare quali e quante tensioni generò la vicenda degli "incaricati" negli anni '70. Qui si vuol mettere tutti in un listone di precari. Premiare il merito è essenziale, ma non è questo il modo".

Sono moltissimi i professori di prima e seconda fascia (cioè ordinari ed associati) che solidarizzano con i ricercatori. Un documento in proposito 2 ha già raccolto più di 1.800 firme e in queste ore continuano ad aumentare. "Ma il problema dei ricercatori è solo uno dei punti sbagliati della riforma", dice ancora Rita Foresi. "Molti di noi lo hanno scelto come punto di attacco perché è comunque un problema cruciale. Se si spingono i giovani migliori ad andare all'estero si fa un danno enorme, si rinuncia a competenze che richiedono 30 anni per essere ricostituite. Quando cadde il sistema sovietico quasi tutti i matematici di Mosca se ne andarono a Chicago. E noi ancora oggi vediamo che da Mosca in quel campo non arriva più nulla".

Ma almeno altrettanto critico, a quanto pare, viene ritenuto il problema della "governance" delle università. "Se vogliamo sintetizzare un po' rozzamente - osserva l'economista della Sapienza Maurizio Franzini - potremmo tradurre con un "fa tutto il Rettore", il che naturalmente è impossibile. Non si individua chi deve fare che cosa". "Non solo c'è un ulteriore aumento dei poteri del Rettore, già enormemente cresciuto con l'autonomia universitaria", rincara Paola Potestio. "Viene in pratica del tutto esautorato il Senato accademico, il cui compito si dovrà limitare a fornire "proposte e pareri". Il potere decisionale è tutto in capo al Consiglio di amministrazione, in cui per giunta ci saranno questi membri esterni non si sa bene come e da chi nominati".

"Il principio non sarebbe sbagliato", osserva Roberto Perotti della Bocconi di Milano. "L'intenzione era quella di inserire delle persone più adatte a controllare l'amministrazione, visto che non mancano casi di università che da questo punto di vista sono state gestite in modo disastroso. Però - ammette - in effetti il rischio di fare come per Asl c'è".

"Al contrario di ciò che si sta facendo, bisogna ridimensionare il potere centrale", propone Paola Potestio, "e dare invece maggiore autonomia e potere ai Dipartimenti, che sono i luoghi dove si fa la ricerca. Devono essere loro gli interlocutori diretti del ministero per la distribuzione degli incentivi legati alla ricerca. E bisogna lasciare agli Statuti di ateneo la decisione sulla formazione dei Cda". E conclude con una frase ripetuta da quasi tutti gli altri interlocutori: "Questa riforma non premia affatto il merito".

continua la lettura su http://www.repubblica.it/economia/2010/07/06/news/se_passa_questa_riforma_universit_ridotte_come_le_asl-5430987/?ref=HREC1-2


(06 luglio 2010)


quinta-feira, 1 de julho de 2010

Avviso

Gli esami orali del 1 luglio del Porf. De Rosa si terranno il giorno 21 alle ore 09.00.

Il cambio delle date è dovuto all'adesione alla sospensione delle attività didattiche dall'1 al 15 luglio così come stabilito dall'Assemblea dei ricercatori riunitasi il 29 giugno.

Nella bacheca on line troverete il documento CRUP riguardante le ragioni di tale azione: https://www.unisalento.it/web/guest/scheda_personale?p_p_id=SchedaUtentePortlet_WAR_SchedaUtentePortlet5121&p_p_lifecycle=0&p_p_state=normal&p_p_mode=view&p_p_col_id=column-1&p_p_col_count=1&_SchedaUtentePortlet_WAR_SchedaUtentePortlet5121_struts_action=/SchedaUtentePortlet/bacheca&_SchedaUtentePortlet_WAR_SchedaUtentePortlet5121_id=1102

Portugal e Brasil

Video-clip


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